La sindrome dell’impostore
Cos’è la sindrome dell’impostore
Si parla di sindrome dell’impostore quando una persona, consciamente o inconsciamente, pensa di non meritarsi il ruolo che ricopre, la promozione ottenuta, o il successo raggiunto.
Chi soffre della sindrome dell’impostore crede non sapere abbastanza, di non avere abbastanza competenze, abilità, esperienza per la posizione che gli è stata assegnata, per il riconoscimento sociale e materiale che ne derivano. Per questo si sente un impostore: pensa di essere arrivato fin lì per caso, senza meritarselo, e che prima o poi verrà smascherato; si sente anche un usurpatore, qualcuno che ha ottenuto qualcosa che spetterebbe a qualcun altro di più bravo, di più meritevole.
Sindrome dell’impostore e autostima
Quando la persona si percepisce in questo modo, a poco servono le conferme che gli altri o l’evidenza stesa dei fatti possono darle riguardo al suo valore e al fatto che possa aver ottenuto certi risultati proprio grazie alle sue capacità. Quello che conta è come lei si percepisce, il valore che lei stessa attribuisce a se stessa in relazione agli altri.
Questo valore può essere basso o quasi nullo, nonostante ciò che mostra all’esterno e che gli altri percepiscono; oppure la persona ha una buona autostima e immagine di sé, ma pensa che avrebbe dovuto fare meglio o di più. Insomma: quello che fa non è mai abbastanza ai suoi occhi e quindi non è così meritevole come invece altri credono che sia.
Si tratta di un problema di autostima che affonda le sue radici nella paura di non essere all’altezza, di non essere abbastanza, nel perfezionismo e nella paura del giudizio degli altri.
Chi soffre della sindrome dell’impostore in realtà non lo è, ma si auto-percepisce come tale.
Nelle aziende però capita di imbattersi in un vero impostore, ossia una persona che occupa un ruolo pur non avendone competenze e capacità e che solitamente non si sente per nulla un impostore. Vi è mai capitato di conoscerne qualcuno?