Skip to main content

“No, no e no!”… meglio di no!

Tutti i genitori pensano sapere cosa è meglio per i propri figli… e pensano di saperlo meglio di loro!

In realtà i bambini sanno, in modo intuitivo, molte più cose di quello che noi adulti immaginiamo.

Accogli tuo figlio per come è,

comprendilo,

riconosci la sua dignità come separata dalla tua,

riconosci il suo valore, anche quando non corrisponde alle tue aspettative,

ascolta le sue parole,

osserva le sue espressioni e comportamenti

al di là di ogni pregiudizio o desiderio,

concedigli la tua fiducia.

Tutti i genitori pensano sapere cosa è meglio per i propri figli… e pensano di saperlo meglio di loro!

In realtà i bambini sanno, in modo intuitivo, molte più cose di quello che noi adulti immaginiamo: loro sentono e percepiscono più di noi, perché sono meno condizionati da esperienze e sovrastrutture che gli adulti si sono creati negli anni.

Un bambino sa cosa va bene e cosa non va bene per lui. Non dobbiamo quindi partire dal presupposto che noi sappiamo meglio di loro qualsiasi cosa.

Certo, è importante insegnare al figlio cosa può essere pericoloso o dannoso, oltre ad educarlo al rispetto delle regole della comune convivenza: in questo contesto è utile saper porre dei limiti e dire dei no. Ma attenzione, i no devono essere sempre accompagnati da una spiegazione: frasi “no perché no” o “no perché lo dico io” non aiutano il percorso di crescita e consapevolezza del bambino.

Restrizioni e imposizioni, inoltre, dovrebbero limitarsi a ciò che può essere pericoloso per il bambino:  per tutto il resto dovremmo instaurare un dialogo reciproco, in cui parliamo con i nostri figli e li ascoltiamo, senza “metterci in cattedra” e senza imporre la nostra visione.

 Intorno ai 3 anni il bambino inizia a esprimersi, dicendo cosa vuole e cosa non vuole, manifestando le sue preferenze e mostrando ciò che sente adatto a lui. La parola che dice più spesso in questa fase è no, ed è proprio qui che iniziano gli attriti con il genitore.

Il genitore, da parte sua, ricorre spesso a ricatti e negoziazioni, punizioni e ricompense, regali e premi per fa sì che il bambino si comporti come vuole lui (genitore) e “non faccia i capricci”.

Ma una guida angelica, pura e sottile, non agisce in questo modo: una guida angelica si mette in ascolto dell’altro e trasmette i propri insegnamenti non solo attraverso le parole, ma soprattutto con l’esempio e la coerenza. Solo così il bambino potrà creare la sua identità, il suo rapporto con la sua parte più autentica e divina e la sua capacità di manifestarla.

Se non daremo al bambino ascolto e fiducia, se gli insegneremo a sentire solo le opinioni degli altri e non le sue, avremo un adulto  con scarsa autostima, che avrà sempre bisogno di auto e conferme per compiere e una scelta.

Share:

Barbara Bonetti

Barbara Bonetti, Coach strategico per vita privata e professionale, insegnante di Yoga Kundalini. Life Alignment practioner. Laureata in economia, cercatrice di significati e di felicità. Mamma. Creatrice del metodo BBU e ideatrice della filosofia BBU Evolution.
Follow: