Chiedere scusa: chi non lo fa mai, chi troppo spesso
Chiedere scusa non mette a posto tutto, ma è un primo passo.
Mi capita sempre più di rado sentir chiedere scusa. Quando ci si accorge di aver mancato di rispetto a qualcuno o di averlo ferito in qualche modo, chiedere scusa equivale a riconoscere di aver avuto un comportamento inadeguato e a comunicare che si è dispiaciuti per l’effetto negativo che le proprie parole o azioni hanno avuto sull’altro.
Talvolta non si aveva l’intenzione di essere irrispettosi, maleducati, aggressivi o di ferire, ma non si è stati in grado di valutare le conseguenze delle nostre parole e azioni sugli altri. Altre volte, non si riescono a mantenere impegni presi o la parola data. Altre ancora, spinti da una forte emozione, magari dalla rabbia, si sono dette o fatte cose che in quel momento avevano lo scopo di offendere, di ferire, ma che in un secondo momento non si sceglierebbe più di mettere in atto.
In queste circostanze chiedere scusa sarebbe il minimo che si possa fare, ma richiede una capacità di valutare i propri comportamenti e di assumersene la responsabilità, che non tutti hanno.
L’atteggiamento più frequente, invece, è quello di cercare delle giustificazioni alle proprie azioni per non ammettere di aver sbagliato le proprie valutazioni o di aver avuto “cattive” intenzioni.
Chiedere scusa: quando non è necessario
Nelle relazioni tossiche, in cui c’è mancanza di reciprocità e una parte prevarica sull’altra, c’è chi non chiede mai scusa e chi lo chiede anche troppo spesso, anche quando non ce ne sarebbe alcun bisogno (ad esempio, per non aver soddisfatto le esigenze o le aspettative dell’altro, che non ha nulla a che fare con il rispetto).
Infatti chiedere scusa non serve quando:
- stai avanzando una richiesta per qualcosa che non è in alcun modo irrispettosa;
- stai comunicando i tuoi confini, quello che per te è accettabile e quello che non lo è, anche se l’altro non è d’accordo con te;
- stai esprimendo quello che senti o che pensi, anche se non è quello che gli altri si aspettano;
- stai prendendo una posizione, compiendo una scelta che reputi sia utile alla tua felicità, anche se non riscuote il consenso degli altri.
In questi casi puoi dire che ti dispiace che gli altri non siano in accordo con te o che non capiscano la tua decisione, ma chiedere scusa è fuori luogo: non stai recando danno a nessuno. Rispettare quello che pensi e senti, non compiacendo gli altri, non è una mancanza di rispetto verso gli altri, ma un atto di amore verso di te.
Chiedere scusa: quando non è abbastanza
Al contrario, chiedere scusa non basta quando danneggi qualcuno in qualche modo: fisicamente, psicologicamente, emotivamente.
Perché non basta? Perché “scusa” non è una parola magica che mette tutto a posto.
L’effetto del tuo gesto o delle tue parole rimane nella persona che con cui ti sei comportato male. Tanto più l’offesa è emotiva o psicologica, tanto più diventa difficile riavvolgere il nastro per cancellare gli effetti della tua mancanza di rispetto. Perché quell’esperienza rimane nel corpo e/o nella mente di chi l’ha subita, come ricordo, come sensazione e questo non lo si può cambiare. L’unico modo per affievolirne gli effetti è cercare un modo per riparare a quanto fatto chiedendo: “C’è qualcosa che posso fare per rimediare?”.
Questo vale in qualsiasi ambito: partner, genitori, figli, lavoro, amici, estranei…
Meglio riflettere sulle conseguenze delle proprie azioni prima di agire e se, pur avendolo fatto, si danneggia qualcuno, allora bisogna sapersene assumere la responsabilità cercando di rimediare per quanto possibile al danno/disagio arrecato. Altrimenti la parola “scusa” si svuota completamente del suo significato.
Imparare dalle esperienze vissute significa proprio saper osservare e riconoscere i propri comportamenti, le proprie emozioni, le proprie dinamiche relazionali, in modo da evitare, in futuro, di riproporre gli stessi schemi.
Prevenire è sempre meglio che curare, anche quando si parla di relazioni e sentimenti.
Chiedere scusa: esempi nelle relazioni
Relazione genitore-figlio (se ti rendi conto di aver alzato eccessivamente la voce con tuoi figli per stanchezza, più che per il comportamento del ragazzo)
Scusa, mi dispiace di aver alzato così la voce con te un attimo fa. Sono molto stanc* e tes* e non ho voglia di discutere per apparecchiare la tavola. Ti chiedo di farlo, dato che questo è un tuo compito, una tua responsabilità e io mi aspetto che tu lo faccia senza che io te lo ricordi. A maggior ragione oggi che mi sento particolarmente stanca ti sarei davvero grata se fossi collaborativo e mi aiutassi. Grazie mille tesoro.
Relazione tra amici
Scusa mi dispiace di aver detto quelle cose ieri. Ero arrabbiat* con te perché mi sono sentit* esclus*. Mi dispiace di averti ferito e di non essere venuta con te alla conferenza come avevamo programmato di fare. C’è qualcosa che posso fare per rimediare?