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Coaching strategico: superare i limiti, valorizzando le risorse

Il coaching strategico ti aiuta a superare i tuoi limiti, valorizzando le tue risorse, utilizzando il metodo del problem solving strategico e la tecnica del dialogo strategico.

Il termine coaching è mutuato dall’ambito sportivo americano, dove il coach è colui che allena un atleta o una squadra, aiutandoli a superare difficoltà, sconfitte, blocchi emotivi, paure così che possano esprimersi al meglio. Il coach è una guida del corpo e della mente: da un lato insegna a gestire emozioni e pensieri, dall’altro cura la preparazione fisica. In questo modo crea le condizioni necessarie perché gli atleti migliorino le proprie performance e diano sempre il massimo.

Realtà oggettiva e realtà percepita

Non esiste una realtà oggettiva per l’essere umano: ogni persona conosce la realtà solo attraverso il suo sistema sensoriale cognitivo o “percettivo-reattivo”, fatto dai pensieri, emozioni, credenze, esperienze e capacità personali, che influenzano il modo in cui la realtà viene percepita. Molti problemi non dipendono da elementi oggettivi della situazione, ma dal significato e dall’importanza che le persone attribuiscono ad essi. È una questione di prospettiva, di percezione.

“Il genio altro non è che la capacità di guardare la realtà da prospettive non ordinarie” (William James)

Il problem solving strategico

È un metodo di risoluzione dei problemi che, oltre a presupporre che non esiste una realtà oggettiva, ma solo una realtà percepita, fa ricorso a stratagemmi di logica non ordinaria per trovare soluzioni nel presente subito attuabili. Non vengono indagate le cause del problema nel passato perché il passato non si può modificare e il cambiamento può solo essere introdotto nel presente. Il problem solving strategico si focalizza sul come funziona il problema e sul come fare per risolverlo, piuttosto che il perché esiste il problema.

Il problem solving strategico si articola in sei fasi:

  1. Definizione delle caratteristiche del problema, inteso come una difficoltà nel rapporto con se stessi, con gli altri e con il mondo. È un problema se esiste una soluzione, altrimenti è un dato di fatto. La definizione del problema comporta che si identifichi: cosa viene percepito come problema, chi è coinvolto, dove, quando e come si manifesta, da quanto tempo persiste.
  2. Concordanza dell’obiettivo, cioè identificazione di quali cambiamenti concreti si dovrebbero verificare per poter ritenere che l’obiettivo sia stato raggiunto. L’obiettivo deve essere smart: specifico, misurabile, realizzabile, con scadenze precise in merito a tempi e azioni da compiere per raggiungerlo. Se si lavora in gruppo, tutti devo concordare su di esso.
  3. Individuazione delle tentate soluzioni (funzionamento e persistenza del problema). Si tratta di individuare azioni e comportamenti che sono stati messi in atto per cercare di risolvere il problema, ma non hanno funzionato, creando modelli disfunzionali di interazione con la realtà. Una volta identificato cosa non ha funzionato, la prima cosa da fare è smettere di metterla in atto. Inoltre va indagato se esiste un’eccezione positiva, ossia una circostanza in cui una certa soluzione generalmente fallimentare è risultata di successo.
  4. Definizione della strategia di intervento (soluzioni alternative), intesa come insieme di azioni concrete finalizzate a interrompere le tentate soluzioni disfunzionali e a mettere in atto le soluzioni funzionali per risolvere il problema. In questo modo si attiva il cambiamento che ci permette di avvicinarci all’obiettivo stabilito, proseguendo per piccoli passi. Nel momento stesso in cui si agisce un cambiamento, emergono le psicotrappole, mentali, emotive e relazionali, in cui si inciampa nel tentativo di superare una difficoltà: si arriva così a conoscere i problemi tramite la loro soluzione.
  5. Valutazione degli effetti delle soluzioni ed eventuale correzione della strategia, così da rendere l’intervento sul problema ancora più efficace e rapido.
  6. Raggiungimento dell’obiettivo concordato

“La maggior parte dei problemi non deriva dalle risposte che ci diamo, ma dalle domande che ci poniamo” (Immanuel Kant, Critica della Ragion Pratica)

Il coaching strategico è molto efficace, rapido e innesca un cambiamento sin dal primo incontro.

Il dialogo strategico

Il dialogo strategico utilizza un linguaggio evocativo, con analogie, aforismi, domande ad illusione di alternativa e parafrasi ristrutturanti, utili a minimizzare le eventuali resistenze e guidare alla scoperta di modi nuovi e alternativi di percepire e gestire la realtà. Attraverso l’uso di domande sapientemente poste, non si indaga semplicemente il problema, ma si viene accompagnati a sentire in modo diverso, per poter cambiare le reazioni, scoprire le risorse che erano bloccate dalle percezioni precedenti, rigide e disfunzionali. Si parla, infatti, di esperienze emozionali correttive, perché inducono a percepire differentemente, non a cambiarne la comprensione.

Cosa puoi aspettarti dal coaching strategico

  • Una chiara definizione del problema da risolvere e di cosa lo fa persistere.
  • Una chiara definizione degli obiettivi da raggiungere, che siano SMART, ossia specifici, misurabili, realizzabili e raggiungibili entro scadenze predefinite, da concordare insieme
  • Un cambiamento della tua percezione del problema o della situazione
  • Delle azioni da mettere in pratica, in tempi e modi definiti, per innescare un cambiamento concreto nella tua realtà
  • Un feedback di come il processo attivato stia funzionando e dei cambiamenti che hanno iniziato a manifestarsi per affinare il processo.

A chi può essere utile il coaching strategico

A tutti coloro che hanno un problema da risolvere, un obiettivo da raggiungere e nonostante abbiamo tentato varie soluzioni non hanno ottenuto i risultati desiderati.

In quale ambito è indicato il coaching strategico

Il metodo è applicabile a qualsiasi tipo di problema nell’ambito della vita privata (con partner, figli, genitori, amici), nell’ambito del lavoro (con colleghi o capi), nell’ambito dello sport.

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Barbara Bonetti

Barbara Bonetti, Coach strategico per vita privata e professionale, insegnante di Yoga Kundalini. Life Alignment practioner. Laureata in economia, cercatrice di significati e di felicità. Mamma. Creatrice del metodo BBU e ideatrice della filosofia BBU Evolution.
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