Comunicazione non violenta: migliorare le relazioni con empatia e rispetto
Attenzione: anche la comunicazione può essere violenta!
Le parole che usi, il tono con cui le pronunci, insieme all’espressione del tuo volto sono elementi fondamentali della tua comunicazione e hanno un impatto molto forte non solo su chi le pronuncia, ma anche su chi le ascolta.
La comunicazione non violenta è un modo gentile, rispettoso ed empatico di comunicare, con sé stessi e con gli altri, in ogni ambito della propria vita: famiglia, scuola, lavoro, tempo libero. Permette di creare una maggiore connessione con le persone con cui ci si relazione, senza limitare la comunicazione ad un trasferimento di informazioni.
Le basi della Comunicazione non Violenta
La Comunicazione non Violenta si basa su quattro principi fondamentali:
1. Oggettività
Per comunicare in modo non violento, cerca di essere il più oggettivo possibile nel valutare ciò che accade o è accaduto, evitando interpretazioni personali o giudizi moralistici, ma cercando di capire come i fatti o le persone influiscono sul tuo stato d’animo e benessere. Esprimi quello che senti tu, senza dare per scontato che la tua percezione sia l’unica possibile o la stessa dell’altro:
Quando vedo, sento, avverto, capisco che… mi sento…
Quando tu vedi, senti, avverti, capisci che… ti senti…
2. Chiarezza
La Comunicazione non violenta si basa sull’esprimere con chiarezza le proprie emozioni e i propri sentimenti, sia quanto questi vengono soddisfatti, sia quando ciò non accade:
Quando i miei bisogni sono soddisfatti mi sento appagato, compiaciuto, a mio agio, allegro, fiducioso, grato, rilassato, sollevato, sereno…
Quando i miei bisogni NON sono soddisfatti mi sento arrabbiato, esasperato, scoraggiato, seccato, triste, frustrato, impotente, solo, preoccupato…
3. Onestà verso i propri bisogni e valori
Non è sempre facile individuarli con chiarezza: per comunicare in modo non violento bisogna conoscersi e sapersi ascoltare in profondità. I bisogni dell’essere umano riconosciuti come bisogni fondamentali sono quelli:
- Fisiologici (respiro, cibo, acqua, riposo, movimento, sesso …)
- Sicurezza (fisica, morale, salute, proprietà, giustizia…)
- Appartenenza (amicizia, affetto, identificazione, accettazione, fiducia, sostegno, onestà, gioco, intimità, divertimento…)
- Stima (autostima, riconoscimento, autonomia, rispetto…)
- Autorealizzazone (autenticità, integrità, creatività, scopo, pace…)
In questa fase è importante che chi parla esprima con onestà come si sente senza incolpare o criticare l’altro.
Chi ascolta, invece, deve cercare di riceve le parole dell’altro, senza attribuirvi un senso di colpa o di critica, cercando di percepire lo stato d’animo e l’intenzione dell’altro.
4. Concretezza: fai richieste esplicite e concrete
Dopo aver detto come ti senti quando/se si verifica una certa situazione, esplicita in modo chiaro cosa desideri, quale comportamento si auspica abbia l’altra persona nei tuoi confronti, senza pretendere. Questo evita tensioni inutili che possono nascere a causa di incomprensioni ed equivoci.
In questa fase della comunicazione non violenta, chi parla esprime con onestà cosa vorrebbe, fa proposte pratiche: si passa dall’esprimere un sentire al richiedere un’azione concreta, un comportamento che per te sarebbe auspicabile.
Chi ascolta ricerca una connessione empatica verso i desideri e le proposte dell’altro, le accoglie o fa delle proposte alternative, senza esprimere giudizi, perché rispetta le esigenze e i desideri dell’altra persona anche se non coincidono con i propri. Non c’è motivo nemmeno di sentirsi rifiutati, né di arrabbiarsi perché un’altra persona non accetta la nostra proposta. Non prendere tutto in modo personale, perché molto spesso è una determinata azione o comportamento che non viene accolto, non la persona stessa.
Esempio di comunicazione non violenta
A: Quando insisti nel chiedermi di venire a correre con te, mi sento inadeguata, in imbarazzo perché tutte le volte mi trovo a doverti dire che non posso per via di un problema alle ginocchia. Verrei volentieri ma poi starei male. Non lo dico per evitare di venire a correre con te, ma sono costretta a rifiutare per evitare di avere dolore al ginocchio.
B: Scusa in effetti me lo avevi già detto. Credevo che fosse una scusa. Non te lo chiederò più.
Pensa: “In effetti non ha senso continuare a farle questa richiesta se non può. Sarebbe davvero fastidioso e invadente per lei.
A: Mi piacerebbe se, per favore, non me lo chiedessi più: rischierei di risponderti in maniera scortese, perché dopo averti spiegato onestamente il motivo la tua insistenza mi urterebbe.
B: C’è qualche altra attività che ti andrebbe di fare con me? Magari potremmo andare in piscina?
Benefici della comunicazione non violenta
Questo approccio alla comunicazione ha lo scopo di migliorare la capacità delle persone di relazionarsi le une alle altre con empatia, con rispetto, con volontà di condividere le proprie risorse, di valorizzare le proprie differenze e di risolvere i conflitti in modo creativo, senza attribuire colpe, senza pregiudizi, ma cercando soluzioni.
La comunicazione non violenta migliora le relazioni e lo stato di benessere delle persone, si trovino esse in famiglia, al lavoro o tra amici. Se fosse adottato dai genitori nelle famiglie e dagli insegnanti nelle scuole contribuirebbe a promuovere una trasformazione sociale non solo nel linguaggio, ma anche nel pensiero, nelle emozioni e nei comportamenti, in quanto il valore del rispetto, dell’empatia e della comprensione reciproca oltre ad essere trasmesso con enfasi verrebbe esercitato ed insegnato quotidianamente.
Si tratta di imparare e insegnare a connettersi gli uni agli altri non solo scambiandosi informazioni, ma prestando attenzione alle tue emozioni e a quelle dell’altro.
Comunicare è relazionarsi, e comunicare in maniera consapevole e non violenta migliorerebbe la qualità di vita delle persone, facendole sentire più comprese, ascoltate, libere di esprimersi e di essere se stesse.
Biografia: “Crescere i bambini con la Comunicazione Nonviolenta” di Marshall B. Rosenberg